Conti bancari passati ai ‘raggi X’. Così vengono evidenziate “movimentazioni” ‘sospette’, secondo il Fisco. Conseguenziale è un “avviso di accertamento” che ‘certifica’, sempre secondo il Fisco, “maggiori ricavi” per il contribuente, nel 2005, pari oltre 210mila euro.

E per i giudici tributari la “ripresa fiscale” operata dall’Agenzia delle Entrate è assolutamente corretta, proprio alla luce delle “movimentazioni risultanti sui conti correnti bancari”.

Ora tale visione viene condivisa anche dai giudici della Cassazione, i quali respingono le obiezioni proposte dal contribuente e fondate sul presunto omesso esame della “prova documentale” relativa alle “spese” e agli “incassi” effettuati nel corso del 2005.

Fatale, per il contribuente, il fatto che la contestazione, nei confronti del giudizio di merito, sia “assolutamente generica”, poiché essa “non individua un fatto storico preciso, dotato del carattere della decisività, il cui esame sarebbe stato omesso e la cui prova sarebbe stata offerta in giudizio mediante la produzione di un determinato documento, ma lamenta direttamente l’omesso esame della corposa documentazione prodotta, senza nemmeno, peraltro, riprodurne il contenuto, quantomeno in sintesi”.

Ciò conduce a ritenere inattaccabile la valutazione compiuta dalla Commissione tributaria regionale, secondo cui “il contribuente non aveva giustificato le relative movimentazioni risultanti sui conti correnti bancari”, e a considerare legittimo e definitivo l’“avviso di accertamento” relativo ai “maggiori ricavi” non dichiarati.


Fonte: Fisco e Diritto del 13 gennaio 2015


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