Rodolfo Graziani è stato una figura di grande rilievo durante il ventennio fascista.

Divenuto generale, si è reso responsabile di una serie di stragi commesse in Libia ed in Etiopia, fino a divenire ministro della difesa nella Repubblica di Salò.

Alla sua memoria il comune di Affile, paesino in cui Graziani ha trascorso alcuni anni della sua esistenza, ha dedicato un mausoleo ed un parco, entrambi realizzati con denaro pubblico.

Denunciati per il reato di apologia del fascismo, il sindaco Ercole Viri e due assessori della giunta comunale sono stati condannati rispettivamente ad otto e sei mesi di reclusione, in primo grado, sentenza confermata in appello.

La Corte di Cassazione, I sezione penale, sentenza n. 11576/2021, presieduta dal dott. Filippo Casa, ha annullato le due sentenze, rinviando il processo ad altra sezione della Corte di Appello.

La Corte di Cassazione ha ritenuto che il mausoleo, il parco, nonché la cerimonia di inaugurazione svoltasi alla presenza delle autorità locali non integrassero il reato di apologia del fascismo, così come delineato dalla XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, dalla legge Scelba del 20 giugno 1952, dalla successiva legge Mancino.

La Corte di Cassazione ha ritenuto carente l’elemento caratterizzante il reato, l’esaltazione convinta e capace di condurre ad una riorganizzazione effettiva del partito fascista.

Tutto si è risolto in una semplice commemorazione del soldato Rodolfo Graziani, personaggio pubblico celebre.

La Cassazione ha rilevato altresì che nella cerimonia di inaugurazione non sono intervenute espressioni apologetiche o il ricorso al saluto romano.

La Suprema Corte nel disporre l’annullamento della sentenza, con rinvio per un nuovo giudizio, ha affermato che il nuovo giudice deve valutare se le condotte contestate integrino l’effettiva esaltazione della figura di Graziani, motivando in che misura le stesse siano tali da ingenerare, in concreto, il pericolo di ricostituzione del partito fascista.

Evidentemente, per la Cassazione, la realizzazione di un mausoleo e di un parco pubblico non hanno rappresentato a sufficienza un’esaltazione del disciolto partito fascista, con l’intento sotteso di favorirne nel tempo la ricostituzione.


Avv. Patrizio Salerno

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