Favorire una concorrenza priva di eccessi; gestire con prudenza le finanze pubbliche, impegnandosi per stimolare la crescita e ridurre il debito; preservare la stabilità monetaria; spostare il concetto di sovranità dal livello nazionale in favore di un’Europa più forte, aperta e solidale, che conti nel mondo. Sono queste le conclusioni alle quali giunge il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta (fonte: Banca d’Italia - Eurosistema), a conclusione del suo intervento tenuto lo scorso 25 marzo a Roma, presso la Protomoteca del Campidoglio, per le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica eletto dal Parlamento nonché Governatore dell’allora Istituto di emissione italiano. Parole, queste, che rendono attuali l’insegnamento einudiano e che fungono da monito affinché le istituzioni politiche ed economiche italiane si adoperino concretamente per la realizzazione effettiva del contenimento del debito pubblico e, contemporaneamente, per lo sviluppo della concorrenza (sebbene senza eccessi), quale fonte di crescita economica e sociale. Il tutto attraverso un rafforzamento delle istituzioni europee quale volano di sviluppo in un mondo sempre più globalizzato che mal si addice,  a parere di chi scrive, ad ogni forma di sovranismo.

Ma il Governatore di Bankitalia coglie anche l’occasione per un’analisi della situazione economica dell’Eurozona, mostrandosi molto favorevole ad una diminuzione dei tassi di interesse da parte della BCE:  “L’inflazione nell’area euro è in rapido calo - afferma - e procede il suo avvicinamento all’obiettivo del 2%, rendendo possibile un taglio dei tassi: va in questa direzione il consenso che sta emergendo, soprattutto nelle settimane più recenti, nell’ambito del direttivo della Bce” (fonte: La Repubblica, 26 marzo 2024). Sicché, se la politica monetaria di Francoforte di aumentare progressivamente, nell’ultimo anno e mezzo, i tassi di interesse si è dimostrata efficace per combattere l’inflazione, la progressiva diminuzione di quest’ultima, in uno con l’attenuarsi delle cause maggiori che l’avevano determinata - gli alti costi energetici e le difficoltà di approvigionamento delle materie prime - dovrebbe indurci ad un cauto ottimismo  - cauto per le guerre ancora in corso in Ucraina e a Gaza, nonchè per la grave crisi provocata nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi - circa il ritorno dell’inflazione a livelli accettabili e, di conseguenza, verso una politica monetaria meno restrittiva. 

L’auspicata  riduzione dei tassi di interessi, che la BCE sembra aver messo in cantiere nel breve periodo, non potrà che indurre le imprese a investire di più e, per tale via, provocare un aumento della produttività in termini reali - vero tallone d’Achille dell’economia italiana, soprattutto se rapportata con le economie dei maggiori paesi industrializzati - e per tale via porre le basi per una maggiore crescita.

In conclusione, dalle parole del Governatore della Banca d’Italia e dai richiamati insegnamenti del liberale (e liberista) Einaudi, emergono spunti di riflessione importanti per tutta la politica dell’Eurozona e dell’Italia in particolare. 

Il contenimento del debito pubblico ed il rafforzamento della libera concorrenza appaiono condizioni sine qua non per lo sviluppo dell’economia italiana. 

Una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Istituto di Francoforte, grazie alla progressiva diminuzione dell’inflazione a livello globale, sarà invece decisiva per la crescita di economie oggi alquanto stagnanti - non solo l’Italia ma anche, per esempio, la Germania - ed in generale per il rafforzamento della produttività i termini reali.

Avv. Girolamo Lazoppina


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