La guida completa sulla tracciabilità dei pagamenti: dalle locazioni alle operazioni in banca, dal versamento delle tasse agli acquisti al supermercato, dal bollo auto ai pagamenti dilazionati in più rate.

Combattere l’evasione fiscale eliminando il contante e incentivando i mezzi di pagamento tracciabili: un proposito degli ultimi governi ormai chiaro, che tuttavia ha generato non pochi equivoci tra i contribuenti. Ciò perché, pur a fronte di una regola generale assai chiara, la stessa ha trovato svariate applicazioni in quasi tutti i settori dell’economia quotidiana: dalle locazioni alle operazioni in banca, dal versamento delle tasse agli acquisti al supermercato, dal bollo auto ai pagamenti dilazionati in più rate. 

Di errate interpretazioni, da parte degli operatori commerciali e istituzionali, ve ne sono state diverse in questi ultimi mesi. Così, per fugare ogni dubbio, abbiamo accorpato, in un unico articolo, tutte le regole e una serie di casi concreti. 

La regola generale

Sono vietati tutti i pagamenti con denaro contante per importi superiori a mille euro. Questo vuol dire che si può pagare in denaro fino a 999,99 euro; superato, però, tale tetto il pagamento dovrà necessariamente avvenire attraverso “strumenti tracciabili” quali, per esempio, il bonifico bancario, gli assegni non trasferibili, le carte di credito o quelle di debito (bancomat). 

La sanzione

Chi viola tale normativa, rischia una sanzione che va dall’1% al 40% degli importi trasferiti oltre la soglia, ferma restando una penalità minima di 3.000 euro. 

Il conto corrente 

Prelievi e versamenti sul conto corrente postale o bancario non devono sottostare alle regole sulla tracciabilità. Dunque, il correntista è libero di prelevare, dal proprio conto, denaro contante per somme superiori a 999,99 euro. In teoria, dunque, potrebbe anche prelevare 5 mila euro in banconote.

Allo stesso modo egli può versare sul conto, in moneta sonante, importi che travalicano detto tetto, senza necessità di ricorrere allo strumento del bonifico.

L’impiegato allo sportello potrebbe chiedere, al cliente, la provenienza di tale denaro o lo scopo del prelievo solo per adempiere alle norme sull’antiriciclaggio, ma giammai potrebbe vietare l’operazione in sé. Tutt’al più, l’intermediario, qualora abbia un fondato sospetto che si stia realizzando o si è realizzata un’ipotesi di riciclaggio, potrebbe segnalare l’attività all’Uif (Unità di informazione finanziaria).

È questa, del resto, la tesi sposata anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (leggi per un approfondimento: “Tracciabilità: posso versare o prelevare dal conto in banca più di 1000 euro per volta?”). 

L’incasso di assegni circolari

Per la stessa ragione appena esposta (relativa ai versamenti sul conto), ogni cittadino è libero di incassare assegni circolari per importi superiori a 999,99 euro, a condizione, però, che si tratti di un assegni non trasferibili

Bollettini postali

I bollettini postali possono essere pagati in contanti per un importo pari o superiore a mille euro. Si tratta, infatti, di pagamenti che avvengono attraverso un intermediario, Poste italiane, e che, quindi, sono tracciati. 

Pagamenti in più trance

Non è possibile eludere la normativa sul divieto di pagamenti in contanti frazionando il debito in tante rate, ciascuna di importo inferiore a mille euro, al solo fine di evitare gli strumenti tracciabili. Anche i pagamenti rateizzati devono, infatti, sottostare alle regole sul divieto di contante se l’ammontare complessivo dell’affare supera mille euro. In altre parole, se il cliente e il fornitore si accordano per un corrispettivo di 1500 euro, il pagamento non potrebbe avvenire in contanti, con due pagamenti rateali di 750 euro l’uno.

Dunque, per stabilire quale strumento di pagamento poter utilizzare, non si deve guardare la singola rata, bensì l’intera operazione. 

Tuttavia, si può procedere a tanti pagamenti in contanti, di importo inferiore a mille euro, e quindi evitare gli obblighi di legge predetti, a condizione che: 

1) il frazionamento sia previsto dalla natura stessa dell’operazione (per esempio, un appalto d’opera normalmente pagato per s.a.l.); 

2) se il pagamento in trance deriva da un preventivo accordo tra le parti (per esempio, l’avvocato che concordi con il cliente un primo pagamento alla firma del mandato; il secondo alla fine della prima udienza e il terzo al deposito della sentenza); 

3) inoltre, per ogni singolo pagamento, deve essere conservata la disposizione scritta dei contraenti circa la corresponsione e l’accettazione del versamento. 

Così, è ipotizzabile una rateizzazione del debito con il proprio dentista, ma lo è molto meno l’anticipo dato a un costruttore per l’acquisto di una casa. 

Al supermercato

Non sfuggono alle predette regole anche gli acquisti per beni di consumo quotidiani come la spesa per alimenti o anche per beni di prima necessità. Un carrello della spesa di mille euro deve quindi essere pagato con la carta di credito. Se, invece, nell’arco della stessa giornata, vengono effettuati più acquisti dallo stesso supermercato, ciascuno di importo inferiore a mille euro, non dovrebbe sorgere alcun problema e si potrà pagare in contanti. 

Beni di prezzo superiore a 999,99 euro

Se si acquista un oggetto di valore elevato, per esempio un televisore di 1.500 euro, il consumatore ben potrebbe pagare in contanti 999,99 euro e il residuo con strumenti tracciabili (per esempio con carta di credito). 

Donazioni, regali di nozze e pagamento delle spese

Poniamo il caso che, in occasione del matrimonio, gli sposi ricevano diverse donazioni in denaro contante e, con una parte di questo, intendano pagare il ristoratore per il ricevimento. Se – così come normalmente avviene – il prezzo complessivo supera 999,99, gli sposi dovranno utilizzare strumenti tracciabili. Potrebbero, per esempio, versare prima il denaro ottenuto in regalo sul proprio conto corrente e poi effettuare il pagamento con un bonifico.

L’eventuale emissione di tante ricevute per gruppi di invitati, e per importi sotto soglia dei mille euro, potrebbe essere considerata elusione alla normativa in commento. 

Una cena tra amici: quando si divide il prezzo

Poniamo una sera a ristorante. La tavolata di amici riceve un conto superiore a 999,99 euro. Se l’intento è quello di dividere la spesa, si potrà pagare in contanti, con tante quote inferiori a 999,99 euro, ma il ristoratore sarà tenuto ad emettere tante ricevute per quanti sono i commensali che pagheranno. Diversamente, se la ricevuta sarà una sola – come normalmente avviene – il pagamento dovrà avvenire per strumenti tracciabili.

Diverso dal caso del pranzo di nozze è la cena o il pranzo tra una comiti. 

Affitto

Chiariamo un dubbio sorto a parecchi inquilini dopo i recenti interventi legislativi. Anche l’affitto si può pagare in contanti, purché ogni singolo canone sia di importo inferiore a 999,99 euro. Gli importi superiori, invece, dovranno essere versati con strumenti tracciabili.

Dunque, se anche il contratto di locazione indica, quale corrispettivo, una somma annuale di oltre 999,99 euro, si deve guardare alla singola mensilità. L’inquilino può quindi pagare mensilmente in contanti in quanto l’importo mensile è inferiore alla soglia massima di mille euro.

Se, invece, il canone è di 12mila euro, l’importo mensile è di mille euro e ciò impone l’utilizzo di mezzi tracciabili.

Per approfondimento leggi “Affitto di casa: ok al pagamento in contanti

Donazioni indirette tra familiari

Ciò che in molti ignorano è che le norme sul divieto di contanti si applicano anche alle cosiddette “donazioni indirette” tra familiari. Per esempio, il padre che dia al figlio 1000 euro per pagare l’agenzia viaggi per una vacanza studio. In tal caso, il genitore non può dare a un figlio una somma in contanti oltre soglia per pagare poi un terzo. Il trasferimento configura, infatti, una violazione del divieto. Il padre dovrà mettere a disposizione del figlio la somma attraverso uno strumento tracciato (bonifico, assegno non trasferibile, ricarica di carta di credito prepagato) o comunque attraverso un intermediario abilitato. 

Imposte e bollo auto

Anche le tasse e il bollo auto non fanno eccezione alle regole predette. Per cui il pagamento delle imposte dovrà avvenire con strumenti tracciabili (si pensi al versamento dell’F24) quando l’importo superi 999,99 euro. 

Dall’avvocato

Il pagamento all’avvocato andrà effettuato con strumenti tracciabili se l’onorario, superiore a 999,99 euro, viene effettuato in un’unica soluzione o anche se, per venire incontro alle esigenze del cliente, si concordi una rateizzazione di qualche mese.

Tuttavia, se per accordo scritto, il professionista acconsente ad una sorta di pagamento per “stati di avanzamento della causa”, allora si potrà utilizzare il contante (si pensi al caso in cui il primo acconto viene versato alla firma dell’atto; il secondo acconto con il deposito delle liste testimoniali; l’ultimo versamento al deposito della sentenza).


Angelo Greco Avvocato

(angelogreco@avvangelogreco.it)

Articolo ripreso dal portale: www.laleggepertutti.it

Pagina originale: http://www.laleggepertutti.it/53982_pagamento-in-contanti-quando-si-rischia


.