Deve un centesimo al Comune di Catanzaro – Equitalia gli impone il fermo della moto

Doveva versare 83,68 euro, ma ha compilato un bollettino da 83,67: ora dovrà pagare la mora e le spese di notifica per il blocco del mezzo. Che tra l’altro nel frattempo ha venduto;

Deve un centesimo al Comune di Catanzaro a integrazione di quanto pagato a titolo di tassa di smaltimento dei rifiuti; per questo motivo Equitalia gli ha bloccato la moto, sottoponendola a fermo amministrativo. Protagonista del caso è un impiegato, Orlando Parentela, residente nel capoluogo calabrese. La notifica del provvedimento di fermo gli è pervenuta lo scorso 8 luglio. A fronte degli 83,67 euro versati tramite bollettino postale, così come gli era stato chiesto dagli uffici comunali, ne avrebbe dovuti corrispondere 83,68. Risultato: ora l’uomo dovrà pagare, oltre al contestato centesimo, un ulteriore euro e 40 centesimi a titolo di mora e di spese di notifica per rimuovere il fermo. «Si tratta – dice il protagonista – di una vicenda comica. Peraltro la moto non è più in mio possesso, avendola venduta tempo addietro. Naturalmente provvederò a pagare quanto mi è stato richiesto, ma, con tutto il rispetto verso le istituzioni, dico che tutto questo rigore nei miei confronti in un paese in dissesto a causa dell’evasione fiscale mi è sembrato paradossale».

Autovettura bloccata per sette anni da Equitalia – Aveva un debito di 6 centesimi e non lo sapeva

Ha provato a vendere la sua macchina ad un concessionario, ma ha scoperto che da sette anni c’era un fermo amministrativo per un debito di sei centesimi, ma nessuno lo aveva mai comunicato. Ora dovrà pagare il debito e la nuova immatricolazione per oltre cento euro di spesa «Per sei centesimi mi avevano applicato il fermo amministrativo all’auto. Ma io non lo sapevo». A dirlo all’Agi, documenti alla mano, Fabio Ferraro, 39 anni, operaio di Montalto Uffugo (CS), la cui vettura era sotto fermo amministrativo da sette anni. Un fermo solo formale, perchè in realtà la macchina era nella piena disponibilità del proprietario, che era all’oscuro di tutto. Tanto che la vicenda è stata scoperta dall’interessato solo quando ha deciso di vendere il mezzo.

«Ho fatto una cattiva figura con il mio amico concessionario – racconta – quando gli ho consegnato la macchina. Subito mi ha detto che era in fermo amministrativo. Ma a me nessuno lo aveva mai comunicato. E così – racconta l’uomo – sono subito andato agli uffici di Equitalia. E ho chiesto spiegazioni». Ferraro ha scoperto quindi che da quasi sette anni viaggiava con un’auto “bloccata”.

«Gli impiegati – racconta – si guardavano tra di loro e guardavano lo schermo del computer. Io pensavo tra me e me di dover pagare chissà quale cifra mostruosa. Sudavo. Poi, ridendo, mi hanno fatto vedere che dovevo versare solo sei centesimi. In contanti! E così ho fatto – dice l’uomo mostrando la ricevuta- Ma ancora non so da dove si sia originato il debito. Se mi fosse capitato un incidente mentre guidavo l’auto bloccata, che guai avrei passato?». Ferraro dovrà di nuovo immatricolare la vettura prima di venderla. «Mi toccherà spendere altri 100 euro per la re immatricolazione», dice sconfortato. Intanto si è rivolto anche al “Movimento protesta fiscale a oltranza” per pubblicizzare quanto gli è capitato.

Casi ripresi dai giornali italiani: Che siano casi limite, si, isolati, no.

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