E’ l’incredibile storia di un cittadino pakistano  che da quattro mesi dorme ininterrottamente nella sua cella nel carcere di Regina Coeli,  non mangia, non parla, non cammina, non apre gli occhi, non compie in autonomia i suoi istinti fisiologici.

In udienza partecipa trasportato su una barella, non comprende una parola del processo in cui è imputato.

Sottoposto ad una serie infinita di accertamenti, non risulta afflitto da alcuna patologia conclamata, non può, di  conseguenza, ottenere gli arresti domiciliari o il ricovero presso un centro ospedaliero attrezzato.

Semplicemente dorme, un  vegetale privo di  vita  che rimane in carcere senza  capire nulla, nell’indifferenza dei magistrati che, dopo averlo sospettato ingiustamente di simulare, continuano imperterriti a processarlo.

                              

Avv. Patrizio Salerno

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